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10 falsi miti sull’olio EVO

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Quante ne avrete sentite sull’olio d’oliva…oggi sfatiamo 10 miti sull’olio evo!

L’olio d’oliva è tanto antico quanto nobile. Accompagna la civiltà sin dalle origini prestandosi ad ogni tipo d’uso, dall’alimentazione al benessere, fino alle pratiche religiose. Ne hanno parlato figure illustri del passato come Omero e Dante ed altre più moderne come Neruda e D’Annunzio. Ancora oggi la coltivazione e la produzione di olio d’oliva rappresentano un pezzo importante dell’economia e della quotidianità.

Eppure, sono molte le “leggende” su questo prodotto, sui suoi benefici o caratteristiche. L’avvento di Internet e dei social media ha purtroppo ampliato la platea delle fake news sull’olio d’oliva, alimentando delle impressioni negative tutte da sfatare. Questa guida affronta i dieci falsi miti più comuni, aiutando ad accrescere la consapevolezza del consumatore su un prodotto che merita molta più considerazione.

1. Meglio se è il più verde possibile

I degustatori professionisti di olio, proprio per non lasciarsi influenzare, utilizzano bicchierini non trasparenti per l’assaggio. Questo perché il colore di per sé non influisce sulla qualità di un buon olio d’oliva, che deriva invece da tutt’altri fattori come il grado di maturazione e la varietà delle olive, il tipo di terreno, il metodo di lavorazione in frantoio e la successiva conservazione. Le colorazioni sono dovute alla presenza di diversi tipi di pigmenti naturali (come clorofille e caroteni) e che possono portare l’olio a spaziare dal classico colore verde al giallo attraverso varie sfumature d’intensità.

2. Qualsiasi contenitore è adatto

Assolutamente no! Mai acquistare olio d’oliva in contenitori non adatti o trasparenti. Il pericolo è che con l’esposizione del prodotto alla luce del sole lo stesso possa rovinarsi e perdere le proprie qualità organolettiche. Meglio preferire bottiglie di vetro scure o di altro materiale adatto a proteggere la qualità dell’olio da luce e ossigeno, come lattine in acciaio inox, da conservare in luoghi freschi e asciutti lontano da fonti di calore. Con questi semplici accorgimenti si possono preservare le caratteristiche nutrizionali dell’olio.

3. Più è torbido, più è di qualità

Altro falso mito abbastanza comune tra il pubblico. L’olio è torbido subito dopo essere stato franto e può continuare ad esserlo solo se proviene da olive di qualità e se non sia stato filtrato. Tuttavia, la presenza e la fermentazione di particelle di impurità in sospensione ne accelera il deterioramento e ne riduce la durata della conservazione. In caso di olio di buona qualità torbido esso andrebbe consumato prima della data indicata dall’etichetta (in genere piuttosto breve). In ogni caso, più torbido non vuol dire di migliore qualità.    

4. Col tempo migliora

Quello che in teoria vale per il vino e per i formaggi non vale affatto per l’olio d’oliva. È importante rispettare la data di scadenza indicata dal produttore perché l’invecchiamento va ad alterare chimicamente l’olio, compromettendo alcuni valori nutrizionali e peggiorandone le proprietà organolettiche. In linea di massima, un olio d’oliva ben conservato e di qualità potrebbe durare due anni dall’imbottigliamento, fermo restando le condizioni di conservazione. Una volta aperto il prodotto andrebbe consumato entro due o tre mesi. Per l’extravergine invece di solito è consigliato il consumo entro un anno e mezzo dall’imbottigliamento, prima che lo stesso diminuisca in polifenoli e antiossidanti (tra cui la vitamina E). Quindi, meglio preferire nell’acquisto e nel consumo olio fresco.

5. Era meglio come si faceva un tempo       

Questo falso mito ormai si adatta praticamente a qualsiasi cosa, soprattutto in campo alimentare. L’idealizzazione di tempi e pratiche antiche, sicuramente molto più affascinanti dei “freddi” processi di produzione delle aziende moderne, non deve trarre in inganno su un fattore fondamentale: la qualità. Non intesa come gusto, ma proprio come certezza, controllo e garanzia a tutela sia del prodotto stesso che del consumatore. L’enorme quantità di norme e disciplinari riguardo ogni singolo aspetto della filiera serve a mettere in tavola solo prodotti che siano stati promossi all’esito di rigidi controlli e pratiche produttive garantite. Sempre riguardo la produzione, ancora in molti pensano che l’olio extravergine provenga solo da prime spremiture a freddo delle olive, ma non è così. L’espressione “olio extravergine” si riferisce ad una precisa categoria merceologica riservati agli oli privi di difetti sensoriali (quali rancido, morchia o riscaldo) e viene prodotto esclusivamente con estrazione meccanica a freddo.

6. Con l’olio EVO non puoi friggere!

Quando si tratta di usare l’olio come condimento per le nostre pietanze vi sono spesso diversità di vedute dovute principalmente ad usi domestici o tradizioni gastronomiche locali. È molto diffusa la convinzione che per friggere non debba essere usato l’olio extravergine poiché in frittura avrebbe un punto di fumo basso (una volta iniziato a fumare l’olio non è più commestibile). In realtà, a prescindere dal gusto personale, questo tipo di olio è adatto proprio alla frittura essendo resistente alle alte temperature grazie alla presenza di acidi grassi più stabili rispetto all’olio di semi. Il punto di fumo dell’olio extravergine è piuttosto alto, compreso in media tra i 180 e i 200 gradi Celsius. 

7. Miti olio evo: L’ extravergine fa più male

Una diceria dura a morire è quella secondo cui l’olio extravergine sarebbe meno indicato per un corretto stile di vita e che sia difficile da digerire, ma anche in questo caso vale il contrario. Quest’olio favorisce la digestione grazie alla presenza di acido oleico, il quale stimola il rilascio degli acidi biliari e la riduzione di acidi gastrici. Nonostante ciò, è importante far presente che l’olio in generale non è una soluzione a tutto o addirittura un farmaco. Il segreto è sempre nella moderazione perché esagerare fa innalzare il colesterolo, mentre un consumo corretto ne favorisce l’abbassamento.      

8. L’olio EVO va usato solo crudo

Sempre restando nel novero dei gusti personali, in cucina qualcuno potrebbe obiettare che l’olio extravergine dia il meglio di sé solo a crudo (come spesso si vede anche negli spot pubblicitari o nei programmi culinari) poiché se riscaldato perderebbe le sue caratteristiche. Al contrario, tutti gli oli d’oliva, anche extravergine, possono essere tranquillamente riscaldati senza che ne siano compromesse le qualità benefiche. Naturalmente per quanto riguarda le tempistiche ai fornelli bisogna considerare sia il tipo di olio che di alimento. Da tener presente che ogni tipo di olio ha il suo limite nel punto di fumo. Per esempio, quello dell’olio di palma è nettamente superiore a quello d’oliva.         

9. Anche se costa meno è buono uguale

Se il prezzo dell’olio d’oliva tende ad essere più alto rispetto ad altri prodotti un motivo ci sarà. Il processo di produzione, dalla coltivazione all’imbottigliamento e fino alla vendita, è molto articolato e coinvolge diverse maestranze, macchinari e know-how frutto di programmi ricerca e sviluppo delle aziende sempre più raffinati. Come per altri prodotti pregiati dell’agroalimentare, sia l’olio d’oliva che quello extravergine rappresentano il risultato finale di un procedimento complesso e il prezzo proposto al consumatore ne sarà la “firma”. Poca spesa poca resa, c’è poco da fare quando si parla di alimentazione.      

10. Miti olio evo: Quel pizzicore però…

Assaggiando un buon olio d’oliva extravergine può capitare di provare un pizzicore più o meno intenso alla gola ed “etichettarlo” come piccante o amaro. Molti credono che questo voglia dire che il prodotto è di scarsa qualità e troppo acido, ma nulla di più fuorviante. Premesso che amaro e piccante sono due sensazioni gustative distinte, la sensazione di pizzicore alla gola non deriva dall’acidità dell’olio, ma dalla maturazione del frutto e dal tipo di olive. Anzi, la presenza di polifenoli (che producono il pizzicore) è benefica per la salute grazie alla loro azione antiossidante utile a prevenire malattie cardiovascolari.

Miti olio EVO: In conclusione

Per concludere il nostro excursus sui miti dell’olio evo, al di là di quanto scritto, è fondamentale assicurarsi in prima persona della qualità del prodotto leggendo tutte le informazioni sull’etichetta. La qualità si paga, ma alla salute non c’è prezzo. Scegliere un olio d’oliva di qualità certificata vuol dire investire non solo sul proprio benessere ma anche sul gusto e sulle sensazioni uniche che questo tipo di prodotto millenario reca con sé. Gli oli contraddisti delle certificazioni dell’Unione europea come DOP, IGP o BIO sono sinonimo di eccellenza garantita e costantemente controllata, dal produttore al consumatore.   

Oli EVO Il Cortiglio        

La nostra azienda produce una serie di oli ognuno con caratteristiche uniche. L’olio extravergine di oliva biologico ICANTE, viene ottenuto esclusivamente da olive autoctone irpine ed ha un retrogusto leggermente piccante che ne ha ispirato il nome. L’azienda produce anche l’olio extravergine biologico dal gusto delicato ECLA varietà marinese, adatto per esaltare pietanze delicate e nell’alimentazione dei bambini, ottenuto solo da olive provenienti da uliveti secolari, certificato presidio Slow Food. Infine, da citare il PEDRA, olio extravergine biologico dal gusto intenso, da utilizzare a crudo, adatto a chi ama i sapori decisi, e prodotto solo con olive di varietà Ravece.

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