Viticoltura: nelle prossime righe spiegheremo cos’è questa nobile arte e quali sono le sue caratteristiche più peculiari.
La produzione del vino è una delle più antiche attività umane conosciute, nonché tra le colonne portanti dell’economia e della cultura delle civiltà mediterranee e del Vicino Oriente. Ancora oggi la viticoltura rievoca ricordi di tempi lontani trascorsi in assolate campagne, oggi per lo più gestite da grandi imprese agroalimentari. Quest’ultimo aspetto però non muta il focus della viticoltura, cioè, produrre vino di qualità. La viticoltura in sé è un processo ampio che parte dalla coltivazione fino alla produzione finale ed è tanto antico quanto affascinante.
Nelle prossime righe spiegheremo cos’è questa nobile arte e quali sono le sue caratteristiche più peculiari. Si tratta di un modo per avvicinare i consumatori e gli appassionati al mondo dei produttori, permettendo ai primi di “vedere” con i loro occhi come nasce uno dei regali più preziosi della terra. D’altronde, la crescita esponenziale dell’attenzione dei consumatori per la qualità dei prodotti alimentari impone una parallela crescita della qualità produttiva da parte dei viticoltori.
Cos’è la viticoltura
Il termine viticoltura potrebbe considerarsi una sorta di contenitore: in esso è ricompreso tutto quel patrimonio di tecniche, metodi, scienze e saperi relativi alla coltivazione delle viti, siano esse da tavola o da vino. Inoltre, esso abbraccia l’intero processo di produzione, dall’impianto all’espianto, il quale può durare intorno ai 20-30 anni. Sicché, quando si parla di viticoltura si ha a che fare con tutte le fasi del ciclo produttivo, dalla preparazione del terreno alla pianificazione, dalla potatura alla messa in sicurezza da agenti esterni o malattie della pianta, dalla raccolta fino alla lavorazione.
In altre parole, essere un viticoltore non significa solo “fare” l’uva, ma conoscerne ogni aspetto, avere finanche nozioni di agraria, di chimica e di biologia. I viticoltori esperti, grazie allo studio sia teorico che sul campo, sono in grado di “leggere” il terreno, adattando la vigna alle proprie esigenze e cercando di prevenire i rischi legati a parassiti o ai cicli naturali.
Come si lavora la vigna?
Quando si assaggia un buon vino non si pensa immediatamente al tanto lavoro che c’è dietro. Quel gusto, quell’odore e quelle caratteristiche che apprezziamo sono il risultato finale di molti fattori, a partire dalla qualità della vigna. Essa è condizionata dalla salute e dalle peculiarità del terreno, dall’altitudine, dal clima e dalla zona, dai venti che l’attraversano e dalla vicinanza o meno a fonti di inquinamento, ma anche dalle tecniche e conoscenze (nonché dalle regole) applicate in quel momento per gestire quanto appena descritto. Tutto comincia generalmente con la sistemazione del terreno, per esempio come nel caso dei terrazzamenti o dei terreni collinari, poiché bisogna adattare la base al progetto che si vuole creare e alle condizioni dello scenario (clima, posizione, Ph del terreno, ecc.).
Il produttore sceglierà quali uve sviluppare e si procederà all’innesto delle barbetelle, piccole viti che vengono innestate su appositi portainnesti. Questa fase può essere effettuata in autunno o in primavera a seconda che la zona sia soggetta a climi caldi o freddi, per favorire la resistenza delle piantine nell’arco dell’anno. Una volta scelta la tecnica di allevamento e quando si rende necessario si passa alla potatura che serve a tenere le piante pulite e in ordine, lasciando i rami che daranno frutti e potando quelli compromessi. Altre fasi importanti della viticoltura sono la concimazione e l’irrigazione, nell’ambito della cura che la vigna richiede nel tempo.
Curiosità sulla viticoltura
Esistono numerosi tipi di viticoltura nel mondo e l’Italia, paese leader per produzione e qualità dei vini, ha sviluppato o sfruttato al meglio diverse tecniche tutte da scoprire. Per esempio, si parla di viticoltura di precisione nel caso di massimizzazione del potenziale enologico dei vigneti tramite l’utilizzo di strumenti ad alte prestazioni di misurazione come satelliti, telerilevamento, droni o raccolta dati. In generale, tra le tecniche “tradizionali” più note nell’allevamento della vite si citano la spalliera, il tendone, la pergola e l’alberello. Quest’ultima tecnica è diventata persino Patrimonio dell’Unesco nel caso della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, contraddistinta per le condizioni climatiche molto dure in cui prende vita.
A tal proposito, negli splendidi territori nel nostro paese, è presente un tipo di viticoltura che sta riscuotendo una certa attenzione tra gli appassionati, definita niente meno che “eroica”. La cosiddetta viticoltura eroica (concetto nato pressappoco negli anni Cinquanta) deve il suo nome alle condizioni più o meno estreme in cui si trovano collocate le vigne, spesso in aree impervie come costoni di montagna, zone sabbiose o con climi molto particolari. In Italia alcuni esempi, prima che fossero stabiliti dei requisiti ad hoc, erano considerati le Cinque Terre o la Valtellina. Nel 2016 la “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino” (comunemente chiamata anche Testo Unico della vite e del vino) ha dedicato spazio ai vigneti eroici affermando che lo Stato debba preservarli tramite attività di recupero e salvaguardia, dato le condizioni difficoltose in cui essi si trovano.
I nostri vini
I vini proposti dalla nostra azienda sono il frutto dell’ampio patrimonio di conoscenze dei nostri esperti che seguono ogni singolo passo del ciclo produttivo. Le nostre vigne godono di un terreno particolarmente ricco di qualità organolettiche e il clima mite della zona di coltivazione fa il resto. Grazie alle visite in azienda, prenotabili dal nostro sito, è possibile conoscere da vicino il nostro modo di fare viticoltura, rendendo omaggio ad un’arte millenaria. Basti pensare che la Campania, come afferma il sito web regionale dell’Assessorato all’agricoltura, può vantare oltre cento vitigni autoctoni, un numero che non ha eguali nelle aree viticole del mondo
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