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Tutti i sapori del vino e come riconoscerli

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Quanti sapori ha il vino? Vi sveliamo quanti sapori può avere il vino in fase d’assaggio.

Quando si versa il vino all’interno di un calice la prima cosa che si fa è osservarlo, si analizza il colore e tutte le sue sfumature, si fa roteare leggermente il bicchiere tra le mani e poi si cerca di percepire tutti gli odori che sprigiona. Dopo l’esame visivo e quello olfattivo, si giunge all’analisi gustativa. I sapori del vino sono diversi e complessi, ecco, per questo motivo, un compendio di come riconoscerli.

L’aspetto percettivo

Quando si beve il vino, il liquido tocca le labbra e poi passa sulla lingua. Qui le papille gustative, ovvero dei recettori, inviano degli impulsi al cervello che registra e decodifica le percezioni. La mente distingue varie sensazioni, ovvero il dolce, l’acido, l’amaro, il sapido, il calore e anche la corposità.

L’assaggio

Quando si assaggia il vino, le prime a toccare il liquido sono proprio le labbra, che percepiscono sensazioni quali calore e consistenza. Dopo questo primo contatto, avvenuto tramite il tatto, si passa al gusto e qui tramite la lingua e le papille si percepisce l’acidità o la freschezza, la sapidità e l’amarezza. Il vino prima di essere deglutito riempie l’intera bocca e si infrange sul palato e sulle gengive, a questo punto si può distinguere tra alcolicità e amarezza. Solitamente, si tiene per qualche istante il vino in bocca, perché in questo modo si riscalda leggermente e rilascia con intensità i propri aromi, che giungono al naso attraverso la laringe permettendo di farci una prima idea.

Differenza tra vini morbidi e duri

Quando si assapora un vino che manifesta principalmente sapidità, tannicità e acidità, ci si trova di fronte a un vino duro. Queste caratteristiche stimolano la salivazione fanno percepire freschezza. Al contrario, ci si trova davanti a un prodotto morbido, quando si percepiscono sensazioni di corposità e calore.

La degustazione dopo aver deglutito

La degustazione continua anche dopo aver deglutito, perché i recettori continuano a mandare impulsi al cervello. Nel cavo orale il sapore del vino si evolve e in base al tempo di permanenza del suo sapore lo si può classificare come lungo o persistente, nel caso svanisca subito si identifica come corto o sfuggente.

I nostri prodotti

Dopo questi rudimenti di degustazione ci si può benissimo mettere alla prova, non c’è niente di meglio che farlo con i nostri vini. Il nostro Taurasi DOCG 2017 può essere gustato sia invecchiato che giovane. Dopo averlo versato in un bicchiere, a naso si potranno percepire aromi fruttati, passando poi all’assaggio si percepisce un gusto asciutto e vellutato, fino a diventare tannico, nelle bottiglie meno invecchiate.

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