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Vino, Le minacce del 2023 secondo Coldiretti

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Vino -Coldiretti, record export ma SOS allarmi in etichetta, costi alla stelle e boom falsi: ecco le minacce del 2023.

L’Italia dal punto di vista enogastronomico è un paese ricco di soprese, ogni territorio nasconde un gioiello che merita di essere conosciuto. Soprattutto nel campo enologico. Gi stati esteri consci di tutto ciò acquistano numerosi prodotti italiani. Infatti, per quanto riguarda le esportazioni del vino Made in Italy nel mondo, si è raggiunto un record storico: un valore che si aggira intorno agli 8 miliardi di euro nel 2022. Anche la Francia sembra essersi piegata al vino italiano. Infatti, oltre a Stati Uniti, Germania e Regno Unito Regno Unito, i cugini d’oltralpe sono tra i principali clienti delle etichette nostrane.  A pesare notevolmente sull’export, però è l’aumento dei costi di produzione. Il caro energia, infatti, non ha lasciato indenne neppure il settore agroalimentare. Nei vigneti si registrano rincari che vanno dal +170% per i concimi al +129% per il gasolio. Una bottiglia di vetro – spiega la Coldiretti – costa fino al 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali.

Vino, minacce del 2023: contro le etichette delle avvertenze

Un’altra preoccupazione, però, aleggia nella mente dei produttori di vino: ovvero il via libera da parte dell’Unione Europea all’introdurre delle etichette allarmistiche sul vino in Irlanda.

Questo rappresenterebbe un pericoloso e preoccupante precedente che potrebbe condizionarne la vendita. ll dibattito sulla questione risale al 2021, quando la Commissione europea aveva proposto di introdurre nelle etichette delle bottiglie di alcolici delle avvertenze per la salute nell’ambito del cosiddetto “Cancer plan”. Questo provvedimento “è del tutto improprio – ha spiegato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino. 

L’impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.

Difesa del made in Italy

Questa opposizione è un tentativo di difendere un settore del Made in Italy che fattura complessivamente 14 miliardi di euro offrendo opportunità di lavoro a 1,3 milioni nei più diversi ambiti. Un’altra minaccia per l’Italia è rappresentata dal Prosek croato: un vino dolce da dessert proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia. L’Italia, però, ha deciso di attuare un ricorso perché esiste il rischio di evocazione e confusione nel consumatore.


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